luca scarlini

IL REGNO SEGRETO
SARDEGNA-PIEMONTE: UNA VISIONE POSTCOLONIALE

ARTE

Come un detective. Ha aperto archivi, rovistato tra le pagine di polverosi volumi, frugato nei cassetti, riunito pezzi preziosi custoditi gelosamente dentro alle mura di collezioni private. Luca Scarlini ritorna in Sardegna, al MAN, per raccontare la storia e i segreti di un’isola che fu Sabauda

Era già tutto pronto. Ci si preparava all’inaugurazione del 13 marzo scorso, ma poi... Poi arriva la pandemia che fa cenere di tante cose e anche i musei sono costretti a chiudere.

Così sono passati due mesi e il MAN può finalmente riaprire le porte al suo grande pubblico. Una riapertura sobria e a numero chiuso, quella del 29 maggio scorso, con la reception del MAN blindata, per ragioni di sicurezza, dietro a pannelli di plexiglass.

A popolare le vernici di questa nuova mostra, dal titolo Il Regno Segreto. Sardegna-Piemonte: una visione postcoloniale, ci ha pensato Luca Scarlini che in qualità di curatore ha voluto mettere al centro di questa indagine artistica la relazione tra il Piemonte e la Sardegna, a partire dal 1720 quando l’isola divenne Sabauda.
Museo Man - Il Regno Segreto Al piano terra del MAN il trittico di Giovanni Michele Graneri e, ai lati, due carte geografiche della Sardegna di Alberto Ferrero de La Marmora Una narrazione che contempla la gloria e il disfacimento di quel mondo, un Regno che ha arricchito di scambi economici e culturali le due regioni oggetto d’esame.

Al piano terra la mostra apre con antiche carte geografiche della Sardegna per allargarsi sullo sfondo con un trittico di opere su commissione di Giovanni Michele Graneri di una Sardegna che non è mai esistita, se non nelle sue fantasie.
Museo Man - Il Regno Segreto La sala dei falsi bronzetti Salendo su per le scale e addentrandoci nelle altre sale del museo si entra ancora di più nelle bellezze di questo Regno Segreto. Scopriamo un giovane Ettore Sottsass che affiancava il padre nel progetto del Villaggio Operaio di Iglesias. Sono sue le foto alle sculture funebri di Giuseppe Sartorio. I bellissimi bozzetti di Aligi Sassu proveniente dall’archivio storico del Teatro Regio di Torino. E poi Foiso Fois, Carlo Levi, il re della caricatura “Gec” Enrico Gianeri, e quello che è probabilmente uno degli ultimi quadri di Giuseppe Biasi, dipinto nel suo ultimo soggiorno a Biella prima del suo assassinio. In un’altra sala ancora troviamo tutta la passione per l’archeologia di Carlo Alberto, ma anche l’imprudenza nell’acquistare falsi bronzetti nuragici che andarono poi a riempire le teche della sua collezione privata e dei musei di Cagliari e Torino. Ancora teche, ma questa volta contenenti alcuni numeri del “Pasquino” il settimanale satirico fondato a Torino che ebbe solo direttori sardi.
Museo Man - Il Regno Segreto All'ultimo piano con le illustrazioni di Edina Altara e le porcellane Lenci Nella grande sala all’ultimo piano troviamo le illustrazioni di Edina Altara e di suo marito Vittorio Accornero, in particolare il bellissimo foulard disegnato da Accornero degli anni Sessanta per Gucci. Sul lato opposto le porcellane Lenci con soggetti sardi, tra cui spicca Maria Jose di Savoia in costume sardo.

A completare questa lunga narrazione del Regno una sezione dedicata all’animazione curata da Fondazione Sardegna Film Commission che, in collaborazione con il MAN, ha sviluppato quattro format sperimentali di corti d’animazione dedicati agli illustratori sardi attivi in Piemonte nel Novecento.
Museo Man - Il Regno Segreto Fotografie di monumenti funebri nei cimiteri dell'isola Un palcoscenico di personaggi e documenti, opere di un regno che si svela a noi sala dopo sala. Chiediamo a Luca Scarlini, come è nata questa mostra?
«Nasce dal fatto che da bambino, per esperienze biografiche curiose, sono stato sovente in Sardegna, in luoghi non turistici, per via di amicizie di mia madre che negli anni Sessanta era sindacalista d’assalto della CGIL per i minatori. Unica donna in tutta la regione Sardegna. Da allora, dagli anni Settanta, mi è sempre stato chiaro che la Sardegna era un luogo che, per qualche motivo, era stato un regno che faceva parte di un regno più grande: quello dei Savoia. Però tutti mi parlavano male dei Savoia dicendomi che erano stati predatori e malvagi, mentre poi veniva fuori che c’era una strada chiamata Carlo Felice - detto Carlo Feroce - che però nessuno aveva mai ribattezzato Antonio Gramsci. Quindi, nel tempo, essendo molto interessato ai confini e avendo anche fatto un grande lavoro su Bolzano, italiana e tedesca anche negli occhi dei viaggiatori di altri paesi, mi è interessato fare un lavoro su questa relazione complicatissima tra Piemonte e Sardegna, di cui quest’anno ricorrono i trecento anni che, non per caso, in Sardegna nessuno vuole celebrare, perché il Regno di Sardegna venne stabilito per decisione del Consiglio di Utrecht nel 1720. I Savoia in realtà non avrebbero mai voluto questo territorio ma la Sicilia che però nessuno gli voleva dare. Quindi è interessante capire cosa, come e perché, questa relazione tra Sardegna e Piemonte ha avuto un peso così capitale in questa storia, tant’è che, mi pare, un certo Antonio Gramsci ha potuto studiare a Torino per via di un sussidio per gli ex sudditi del regno ed ha fondato, in qualità di giornalista, una rubrica chiamata “Sotto la mole”».
Museo Man - Il Regno Segreto In primo piano le porcellane Lenci con il busto di Maria Jose di Savoia in costume sardo Al direttore del MAN, Luigi Fassi, abbiamo chiesto come è ricaduta la scelta di Luca Scarlini curatore per questa nuova mostra.
«Con Luca c’è un rapporto decennale, proprio questo 2020 segna i dieci anni della nostra collaborazione che ha avuto svolgimento in varie tappe e in vari luoghi. Non avevamo mai collaborato prima d’ora a un progetto così vasto e così ambizioso. Un progetto che ha portato il MAN al di là, quasi, delle proprie capacità, vista la natura molto complessa di prestiti dai musei di arte antica. Una mostra la cui ricerca è iniziata sin dal principio del mio arrivo al MAN nella primavera del 2018. È una ricerca che, possiamo dire, non si è quasi mai interrotta. È una mostra che Idealmente, se il MAN fosse più grande, la si potrebbe estendere ancora includendo altri capitoli e altre parti. Naturalmente però siamo convinti che il progetto abbia raggiunto una complessità e una maturità importanti per poter essere autonomo così come oggi è. Da non dimenticare inoltre che la mostra è accompagnata da un volume scientifico di studi che permette di scrutare, osservare, percorrerla anche come compendio da tenersi in mano, come un breviario ideale per chi percorre gli spazi del museo. Ma è altresì uno strumento di indagine scientifica, storico-artistica e di ricerca culturale comparata che permetterà di proseguire gli studi su questo settore, per chi lo vorrà fare. Tutti i testi nel catalogo sono interamente commissionati dai più titolati storici dell’arte e analisti del settore specifico di competenza».

IN MOSTRA

Dal 29/05/2020 al 15/11/2020

DOVE

MUSEO MAN - Via Sebastiano Satta 27, Nuoro

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