Lisetta Carmi

LISETTA CARMI
LA FOTOGRAFA DEGLI ULTIMI

ARTE

“Una fotografia non è mai esistita nella mia testa prima dello scatto: io vedo ciò che c’è, vibro con ciò che c’è, amo ciò che c’è, mi emoziono vedendo ciò che c’è”

Un'estetica sobria e rigorosa investe i tre piani del MAN. Sono immagini in bianco e nero, che hanno un’anima, raccontano una storia. Sono fotografie stampate in preziosi sali d’argento quelle che compongono la caleidoscopica mostra di Lisetta Carmi. Fotografie in Sardegna, in una narrazione odeporica che dal 1962 al 1976 ci fa conoscere il viaggio di un'insaziabile artista approdata, per un fortunato fato, ad una suggestione nata da un racconto di Maria Giacobbe sul settimanale Il Mondo.

A Luigi Fassi, direttore del MAN, chiediamo: cosa succede da quel momento in poi?

«In quelle pagine la Giacobbe racconta la sua esperienza di maestrina nei paesi dell’interno della Barbagia, in particolare a Orgosolo. Lisetta Carmi, nel 1962, affascinata da quella narrazione decide di prendere una nave da Genova e di osservare più da vicino quel contesto. Da quella esperienza in Barbagia, poi, nascerà un rapporto umano ed epistolare con la famiglia Piras a Orgosolo. Proprio alla Sardegna abbiamo dato spazio al secondo piano del museo, attraverso un percorso che ha cercato di ricostruire delle linee tematiche, il lavoro femminile con una particolare attenzione ai bambini e alle donne, le trasformazioni sociali».
Lisetta Carmi Alcune delle immagini in mostra - Calangianus, sugherificio 1964
Come è stato il lavoro preparatorio e che mostra ci aspetta?

«È una mostra alla quale abbiamo iniziato a lavorare un anno e mezzo fa. È stato un percorso complesso, non solo per il restauro di molti fotogrammi, ma anche perché abbiamo letteralmente scavato nel suo archivio insieme a Giovanni Battista Martini che si occupa dell’archivio della Carmi. Una mostra che disvela una parte sconosciuta del suo archivio fotografico con la quale abbiamo voluto raccontare alcuni dei capitoli più iconici e straordinari del suo lavoro. In particolare quelli degli anni ‘60 dedicati alla sua città di origine che è Genova. Le immagini sui camalli del porto di Genova è la prima volta che vengono mostrate in Sardegna. Molto ricercate dal mercato della fotografia, dai collezionisti, sono fotografie che raccontano la quotidianità del lavoro dei portuali. La motivazione della Carmi è stata quella di raccontare questa straordinaria durezza del lavoro in quegli anni nel porto, che costringeva gli operai a lavorare quasi in condizioni di semi schiavismo».

Ci sono anche immagini della nascente Costa Smeralda.

«Sì. In Barbagia sente parlare di qualcosa che stava nascendo a Monti di Mola, quella che diverrà poi la Costa Smeralda. Si recherà a Porto Cervo nel 1964. Per Lisetta Carmi quella posta in atto da Karim Aga Khan è una speculazione edilizia inaccettabile».

Lisetta Carmi esordisce con una Agfa Silette. Le prime stampe da rullino sono molto incoraggianti. C’è chi la paragonerà a Henri Cartier-Bresson. L’intelligenza di un padre con lo sguardo lungo sulle cose farà il resto, regalando a Lisetta una Leica e un set di tre obiettivi.
Lisetta Carmi Un momento della visita guidata durante la conferenza stampa
Tra le tante soggettive in cui la mostra si ramifica ci sono anche i transessuali. Fassi, come arriva la Carmi a documentare con tanta sensibilità e intelligenza i “travestiti” presenti in questa mostra?

«Il primo incarico arriva come fotografa di scena dal Teatro Duse di Genova. Dopo quell’esperienza il suo sguardo si allarga, esce dal teatro, si butta nelle strade. Quelle strade di una Genova in tumulto, in qualche modo piena di contraddizioni: dagli operai portuali, allo sfruttamento del lavoro, e anche il mondo dei cosiddetti “travestiti”, così come venivano chiamati dispregiativamente in quegli anni. Iniziò a fotografarli nel dicembre del 1965. La polizia l’attenzionò per diversi anni poiché non capiva il motivo per il quale una ragazza della borghesia genovese potesse passare tanto tempo, troppo tempo, con queste persone. Non c’era un filo di retorica in questa sua ricerca. Il suo solo scopo è sempre stato quello di raccontare gli ultimi».

Eccezion fatta per il reportage di paesaggio, su commissione, sulle acque in Sardegna, siamo davanti a fotografie che mai esiliano la figura umana: dalle genti di Orgosolo, agli operai al lavoro nel sugherificio di Calangianus passando per le tessitrici di Irgoli e Dorgali. Nell'osservare quegli uomini, quelle donne e quei bambini è come se l'artista tentasse di cogliere il senso del loro destino.

«Lei si butta negli occhi, nei volti delle persone, nella biografia. Le sue fotografie non sono mai un’interpretazione ragionata. C’è sempre l’attimo, il momento, l’intuizione».

Il titolo “Voci allegre nel buio” ci ha colpito molto. Da dove arriva questa curiosa invenzione?

«L’idea era quella di usare una citazione di Lisetta Carmi e questa in particolare ci è sembrata così evocativa. Lisetta a un certo punto dice: “il Capodanno di Orgosolo è la grande festa della speranza”, perché è uno dei pochissimi momenti in cui anche a Orgosolo, in questa realtà così difficile, si intravede in realtà la speranza di un futuro diverso. Qui lei chiaramente sembra rifarsi a quanto aveva scritto Maria Giacobbe nel Diario di una maestrina, quando diceva che Orgosolo era un paese apparentemente segnato da questa condanna di immobilità nel tempo. Come se le generazioni più giovani non potessero auspicare o ambire a un cambiamento, ma dovessero semplicemente allinearsi alle generazione che le avevano precedute. Lisetta quindi rimane impressionata dalla festosità di questa giornata così particolare. E in particolar modo lei descrive la bellezza dello sciamare nelle piccole vie di Orgosolo delle voci allegre nel buio. Queste voci dei bambini e dei giovani che si disperdono nei vicoli del paese che sono un fortissimo messaggio di speranza e di cambiamento». Lisetta Carmi Al piano terra del MAN: D'oro e verderame. La mostra di Lisetta Carmi è accompagnata da una serie di opere della collezione del MAN che hanno come tema il paesaggio

IN MOSTRA

Dal 19/01/2021 al 13/06/2021

DOVE

MUSEO MAN - Via Sebastiano Satta 27, Nuoro

CATALOGO

La mostra è accompagnata da un bellissimo catalogo "Lisetta Carmi - Voci allegre nel buio - Fotografie in Sardegna 1962-1976" edito da Marsilio e in vendita presso il bookshop del MAN

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