Gianni Casagrande

GIANNI CASAGRANDE

Everyone In This World Is Doing Something Without Me
(MINUSCOLI OSSICINI)

ARTE

Criptica, enigmatica e piena di interrogativi, come il brano - Everyone In This World Is Doing Something Without Me - del duo britannico The Future Sound of London, dal quale questa mostra ne prende il titolo in prestito. Chi sono queste persone? Cosa stanno facendo? Dove e come?

Siamo a Nuoro, in una mostra che è la prima di quattro. Quattro artisti, quattro pittori chiamati a confrontarsi con il libro di Cord Riechelman Il corvo. Un flabello di voci chiamate a lavorare in controcanto anche al libro Il giorno del Giudizio. Siamo nel secondo capitolo, quando Salvatore Satta scrive: “Nuoro non era che un nido di corvi”.

Gianni Casagrande è il primo dei quattro ad aprire l'incontro, il primo appuntamento di questa serie, nella galleria MANCASPAZIO. Una mostra corale curata da Chiara Manca e Cecilia Mariani che ci fa conoscere il mondo fiabesco e onirico di Casagrande. Pitture in acrilico di una bellezza sospesa e leggera dove è forte e insistente la presenza degli animali e quasi accidentale quella dell’uomo. Sono immagini in cui la pittura e la fiaba sfumano l’una sull’altra. Creature distanti dalla umanizzazione degli animali di Chagall o dalle inquietanti aggressività delle fiere di Ligabue, Casagrande in alcune invenzioni sembra volerci mostrare un nuovo mondo. Lontano da romanticherie e mollezze, forse il migliore dei mondi possibili. Una natura che si fa materia selvatica e primitiva, non più ai margini, ma protagonista.

Oltre 400 opere prodotte nell’arco di 15 anni. «Non è stato facile mettere le mani dentro alla produzione di questo artista», sottolinea Chiara Manca. «Grazie al fatto che Casagrande ha sempre classificato ogni suo pezzo ci è stato possibile recuperarne alcuni che facevano, e fanno parte, di collezioni private».
Gianni Casagrande MANCASPAZIO - Installation view - Ph: Fiamma Di Crosta Ed eccone alcune tra quelle in esposizione.
A different approach with your own fear: le campiture di colore sono quelle fredde del blu petrolio. Nell’inquadratura troviamo un enorme acquario di mare a fare da sfondo, all’interno del quale si muove una mostruosa creatura marina che viene accarezzata da un sub. Davanti a loro, fuori dalla vasca e in un gesto affettuoso, una donna accarezza un bambino. Casagrande ce lo mostra intabarrato in una muta con il volto occultato da una maschera per le immersioni in profondità. Di lì a poco, è facile credere, il bimbo salirà la scala a fianco a lui per immergersi e incontrare l’inquietante presenza al di là del vetro.

In A narrow way to the heart l’inquadratura si restringe: una piccola lucertola, sostenuta dalle mani di una giovane donna, si accinge a leccarle il naso.

An excellent school è l’incontro sotterrano, in una terra color peltro, di due bambini con un grosso serpente. Hanno gli occhi chiusi, al contrario del grosso rettile che gli occhi li ha spalancati mentre osserva i due cuccioli d’uomo. Uno dei bambini lo tiene per il muso; una coccola, un gesto gentile e di abbandono, forse di riconciliazione.

Ancora i colori del petrolio in A better mother, dove un bambino completamente nudo cavalca la schiena di un grosso gorilla intento a ripararsi tra gli alberi della foresta.

Una foresta che si interrompe all’improvviso. Siamo in Un sogno condiviso. Casagrande ci apre l’orizzonte su una piana di erba molto alta e vorticosamente fitta. Ancora un bambino, questa volta armato di una rudimentale lancia, sulle spalle di un gorilla. Davanti a lui un altro ragazzino, anch’egli armato di lancia, sulle spalle di un rinoceronte.

Esce fuori dal coro The Next. Ci troviamo in una sala d’attesa. Tre donne siedono sullo sfondo indossando degli accappatoi. Lo sguardo si sposta sulla destra: un’altra donna. Ha il cappello calato sugli occhi. Mantella e stivali, e in grembo il cucciolo di un maiale. Davanti a loro una bambina dai capelli folti e ricci tende la sua mano a un’altra mano. Una mano che sbuca dal pavimento. Una mano perturbante, ma la bambina non sembra affatto preoccuparsene.

Acrilici su tavola e su tela, per arrivare al tema conduttore di sattiana memoria: i corvi. Si tratta di qualcosa di nuovo, di distante dalla pittura a cui ci ha abituati l'artista nuorese, anche se, ad uno sguardo distratto potrebbe sembrare una stratificazione di pittura a olio. In questo quadro è il corvo a stagliarsi netto dal fondale bianco. Un corvo fatto di tanti ritagli. Fatto di altri corvi. Casagrande sbrana il libro di Cord Riechelman, ne ritaglia le pagine cavandone le figure corvine in esso contenute per poi riassemblarle su tela, così da ottenere un patchwork dall’effetto quasi tridimensionale. Lo intitola semplicemente Corvo e sua funzione. L’opera verrà venduta un'ora dopo l’inaugurazione della mostra.
Gianni Casagrande MANCASPAZIO - Installation view - Ph: Fiamma Di Crosta Una parete dello spazio espositivo è occupata invece dal polittico Keyhole: è un’installazione di 20 piccoli quadri. Venti sagome di gazze, cornacchie e corvi, ghiandaie e taccole. Perimetri entro i quali rivolgere l’attenzione, come nel buco di una serratura. Uccelli che si lasciano attraversare dallo sguardo curioso dello spettatore. Pertugi da cui si intravedono brani tratti dalle pagine di un libro. Forse qualcosa di già scritto da tempo o forse, chissà, una nuova storia da raccontare.

GIANNI CASAGRANDE - Everyone In This World Is Doing Something Without Me

Dal 10/01/2020 al 28/01/2020 - Dal lunedì al sabato. Dalle 17.00 alle 20.00

DOVE

MANCASPAZIO - Via della Pietà n. 11, Nuoro

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