OLIVIERO TOSCANI
“Il conformismo è la vera bruttezza. Nessun essere umano è brutto quando è veramente se stesso”
FOTOGRAFIA
Cosa è la bellezza? A San Teodoro un magnifico e iconoclasta Oliviero Toscani incontra i giovani fotografi di domani e dice loro: “Andate oltre, imparate a osare”
Alla sua prima edizione e il Festival della Bellezza di San Teodoro, fortemente voluto e progettato dal visionario Gianluca Vassallo,
ha già tanto da raccontare e da far parlare di sé. Appuntamenti fittissimi dall’alba al tramonto.
Tra i tanti nomi (Tra i quali anche Gad Lerner, Federico Rampini, Carlo Urbinati) chiamati a parlare di bellezza e delle sue infinite declinazioni, anche il fotografo più irriverente ed eclettico del panorama italiano.
Oliviero Toscani sale sul palco del Teatro Comunale Cupolone di San Teodoro. A presentare il proprio portfolio fotografico, davanti al direttore creativo di Fabrica, ci sono ragazzi e ragazze arrivati da tutta Italia.
Per l’appuntamento Wanted Creativity ognuno di loro ha portato con sé un riassunto delle proprie idee, del proprio lavoro della propria creatività.
Tra i partecipanti c’è anche chi sogna di poter arrivare un giorno a vedere le proprie foto su riviste di moda come Vogue.
«Non capisco tutta questa voglia di pubblicare su Vogue, è un giornale di una banalità assoluta”, tuona subito Toscani, “Di solito chi vuol fare foto di moda le fa su vestiti cretini, con delle modelle in atteggiamento stupido, fotografate in luoghi che non dicono nulla. Per quanto mi riguarda la foto di moda è un atteggiamento sociopolitico e chiaramente estetico. La vera foto di moda è molto più vicina al reportage che alla foto di prodotto. Vogue arriva per ultimo».
Altri, alla sua domanda “Cosa vuoi fare?” rispondono: “Il fotografo”.
«La fotografia è come guidare un’automobile» spiega Toscani, «Tutti vanno a scuola guida e pigliano la patente.
Ci sono venti piloti che guadagnano milioni all’anno che guidano quattro gomme e un volante, e lo fanno per mestiere.
Poi ci sono i taxisti che vivono di questo. E poi ci sono tutti gli altri che la guidano perché vanno da qualche parte: a lavoro, in vacanza, ovunque.
Guidare l’automobile non è un mestiere. Quando qualcuno mi dice “Voglio fare il fotografo” mi chiedo: Dove vuoi andare? In vacanza? Andare a lavorare? Dove?».
«Il fotografo moderno è un lavoro incredibilmente interessante.
Forse non è ancora stato percepito come il lavoro più interessante del momento, e forse, non ci rendiamo conto che il 90% di quello che sappiamo lo conosciamo perché lo vediamo attraverso le immagini.
Le immagini sono più reali della realtà».
Leila arriva dalla Sicilia per presentare il proprio portfolio: «Sto bene quando faccio fotografie.
La cosa più difficile è capire come trasformare questa passione in un lavoro. Il portfolio? Oppure Instagram?».
Oliviero Toscani sul palco del Teatro Comunale Cupolone, esamina il portfolio dei giovani fotografi.
Toscani taglia corto: «Instagram è noiosissimo, è una roba da portinai. Al giorno d’oggi non è facile. Non è facile farsi notare perché non è facile essere degli autori.
Mi spiego meglio: il fotografo moderno è un insieme di professionalità in contemporanea.
Deve essere prima di tutto un autore. Deve voler raccontare una storia. Dopo di che deve essere uno sceneggiatore.
Di questa storia deve conoscere una sceneggiatura. Deve essere uno scenografo.
Una volta scelti il racconto, la sceneggiatura e la scenografia, deve essere un regista. Ma anche questo non basta.
Arrivato nel luogo dove racconterà questa storia deve essere anche il direttore della fotografia. Il click, lo scatto, è la parte finale di tutte queste cose messe insieme.
Il contrario di quanto fa il reporter di guerra. Due paesi hanno deciso di tirarsi delle bombe.
C’è un luogo di conflitto, i carri armati che fumano, il sangue, la gente che urla, le città fatte a pezzi. Vedi?
La storia è fatta da qualcun altro, la sceneggiatura e la scenografia sono fatte da qualcun altro, tu vai lì a far le foto.
Il reporter di guerra non è quello che io definisco un fotografo moderno».
Una piccola pausa di riflessione, la comunicazione di Toscani passa anche attraverso un calibrato gioco di pause e di sguardi:
«La macchina fotografica - prosegue - è solo un mezzo tecnico per la comunicazione, come un pennello, come una matita, come una penna stilografica con la quale puoi scrivere delle cose fantastiche.
Però il problema non è il mezzo. Il problema siamo noi. Il vero problema che nessuno vuole affrontare è sempre riconducibile a una sola domanda: cosa voglio raccontare?».
Oliviero Toscani sul palco del Teatro Comunale Cupolone, esamina il portfolio dei giovani fotografi.
Un’altra ragazza, ventidue anni, arriva da Milano. Utilizza il mezzo fotografico per quella che vorrebbe diventasse la professione del suo futuro: la grafica.
Nel suo computer portatile c’è di tutto, dai biglietti da visita, ai volantini, a impaginazioni per riviste. Arriva subito la rampogna di Toscani:
«Mi stai facendo vedere cose che ho già visto, che noia! Mi dispiace dirti queste cose, ma è così.
Da una ragazza della tua età voglio vedere innovazione, voglio vedere coraggio.
Vi dovete rendere conto che in giro per il mondo ci sono vostri colleghi, della vostra età, che stanno facendo cose che cambieranno il mondo».
«Non sono ancora matura» replica lei, «Devo ancora trovare dei progetti personali da portare avanti.
Però non riesco a trovare l’ispirazione, il motivo, qualcosa che mi dia il via per dire: creiamo».
«Attenzione - ammonisce Toscani - perché chi cerca le idee vuol dire che non ne ha. Quindi è meglio che cambi mestiere.
Il vero artista fa quello che è capace di fare, nel modo più estremo».
Prima di lasciare il palco, rivolgendosi ai ragazzi il maestro avverte: «Siamo dei privilegiati, non dimenticatelo mai. Non tutte le persone al mondo hanno il privilegio di scegliere il proprio lavoro. Allora dovete impegnarvi a far vedere i risultati del vostro privilegio.
Dovete osare! Bisogna avere audacia e coraggio. Se volete fare qualcosa di interessante, di imbarazzante, i primi ad essere imbarazzati dovete essere voi.
E non lasciatevi scoraggiare. Ricordatevi che nel momento di massimo sconforto e massima insicurezza forse quello è il vostro momento migliorie.
Vuol dire che state cercando qualcosa che ancora non conoscete. E non perdete la follia, anzi, sviluppatela ancora di più».
L'incontro serale con Maria D'Ambrosio e Oliviero Toscani sul palco di Piazza Gallura a San Teodoro
Sardinia Fashion
16/07/2019