L'INCONTRO
LETTERATURA E LIBRI
Due giorni con Daniel Lumera per imparare a chiedere perdono
“Abbaida sa lumera!” dicevano di lui le donne di Oliena fissandolo dritto negli occhi. Chine alle loro faccende si stupivano di quella luce dipinta sul volto di bimbo. Era di antichi riti, e credenze, e leggende di Barbagia che gli sussurravano, mentre i suoi occhi, occhi come lanterne, occhi neri come fuochi che si accendevano al suono di canti e preghiere, si poggiavano inquieti sulle schiene curve dagli incerti destini.
Daniel Lumera: con questo nome un po’ da cantante d’opera, un po’ da mago di cartoon, si è svelato al mondo Andrea Pinna, 44enne ricercatore di Alghero, figlio di un noto giornalista dell’Isola che di quel ragazzo originale, a cui piaceva il silenzio, a cui piaceva meditare, non aveva capito se potersi fidare.
Poi sono stati gli anni dello studio, dell’impegno, delle partenze e delle grandi scelte.
E quel suo nome un po’ bizzarro, oggi, Andrea o Daniel Lumera, lo racconta così: “Un nome nato da un ricordo, un nome nato un po’ per caso, un nome il cui destino mi è letteralmente sfuggito di mano” .
Daniel Lumera in questi giorni è a Cagliari, alla comunità La Collina di Serdiana di don Ettore Cannavera e ha da poco concluso una due giorni di incontri voluti da “Skillellé. I libri aiutano a leggere il mondo”, dove forte e alta ha vibrato la potenza delle sue parole.
Coraggio, consapevolezza, verità, perdono, gratitudine.
Sono questi i temi del suo sentire, questi i pensieri che ne hanno fatto tra i docenti e formatori più accreditati d'Europa, autore di libri diventati best-seller, direttore della Fondazione My Life Design e presidente dell'International School of Forgiveness. Una filosofia di pensiero che fa del corpo la propria casa, del perdono il suo agire, e che condivide con alcuni dei teologi, scienziati, psicanalisti più stimati, da Stefano Mancuso, Franco Berrino e Massimo Recalcati, un viaggio che, passo dopo passo, ridisegna la mappa del comune sentire civile.
Daniel Lumera
Ed è davanti a quell’ascolto che apre a inaspettati orizzonti di senso, che puoi finalmente scegliere di provare a perdonare.
Di ascoltare te stesso che, all’improvviso, rinasci a te stesso. Percependo che un mondo, e un modo diverso, è ancora possibile.
Che l’amore davvero ci cambia, che il coraggio vuol dire aver cuore, metterci il cuore, che il dolore è un grumo di troppo amore troppo trattenuto, e che la buona notizia è che c’è ancora tempo per poter imparare.
A educare il nostro pensiero e il nostro volere.
Che la vita che meritiamo è qui e adesso.
Che il destino, il nostro destino, lo decidiamo noi, non quello che è stato.
E che nemmeno il rimorso di ciò che è passato, o la paura di ciò che sarà ci priverà del piacere di saper chiedere ancora perdono. Di saper ringraziare. Ancora, e per primi, noi stessi.
Daniel Lumera images and cover by Laura Marchiori, Skillelé
Donatella Percivale
19/11/2019