FRANCESCA DEVOTO
MOSTRE
La collezione permanente del MAN si arricchisce di 8 nuove opere pittoriche dell’artista nuorese. Dai paesaggi ai ritratti, da sabato 1 a domenica 9 giugno 2019, per ripercorrere una sintesi della traiettoria artistica di una delle voci più distinte e singolari nel panorama artistico della Sardegna.
Francesca Devoto (Nuoro 1912 – 1989) si forma a Firenze presso la Scuola Internazionale di Pittura, acquisendo una solida formazione accademica che orienterà tutto il suo lavoro.
Nel 1935 partecipa alla VI Mostra Sindacale di Nuoro e nel 1936 è alla Galleria Palladino, “prima rappresentante del gentil sesso che affronta il pubblico cagliaritano con una mostra personale”.
Si attiene ai valori della tradizione, quella toscana, di cui si sente erede, si rivela però capace di elaborare un linguaggio proprio, dedicandosi a temi e generi pittorici diversi: paesaggi, ritratti, qualche marina, vedute d’interni.
Questi ultimi sono generalmente riferibili alla casa in cui abitò l’artista e al suo studio, e sono quasi sempre animati da un’unica presenza.
Figure isolate nel loro ambiente, sguardi inconsapevoli e pose naturali. Un mondo di oggetti domestici in cui risuona l’eco della formazione toscana.
Talvolta gli ambienti e gli oggetti diventano i protagonisti stessi di questo universo privato: la Devoto disegna e dipinge mobili, strumenti di lavoro, suppellettili, contraddistinti da un evidente valore affettivo e autobiografico e definiti con tocchi veloci e intuitivi.
Alterna il suo lavoro in studio con quello che compie dal vero in alcuni paesi della Barbagia in un percorso distante dal codice della tradizione isolana, proprio quando molti suoi contemporanei sentono l'assoluto bisogno di affermare la propria appartenenza identitaria.
Nel 1939 soggiorna per un mese a Oliena, qualche anno dopo a Fonni; ma sono le uniche occasioni in cui fa propria l’abitudine, consolidatasi fin dai primi anni del secolo fra gli artisti, di stabilirsi nei villaggi dell’isola per dedicarsi alla pittura di paesaggio e di costume.
La ricerca di un connotato specifico dell’arte sarda non le appartiene e i rapporti con il contesto locale sono rari.
Il nucleo centrale della sua produzione rimane ancorato a un mondo di volti noti, non di tipi umani, lontano dal clima di realismo ruralista che ormai si era fatto retorica.
La stessa distanza dalla tradizione primonovecentesca sarda la separa anche dai nuovi linguaggi sperimentali delle avanguardie che nel secondo dopoguerra iniziano ad affermarsi nell’isola e nel capoluogo barbaricino.
La Devoto prosegue il suo cammino autonomo e solitario con scelta consapevole: frequenta le mostre nazionali e internazionali, legge riviste impegnate come Ichnusa, conosce la storia dell’arte; nella sua ricca biblioteca numerose sono le monografie sui grandi maestri ma anche alcune sui “moderni”.
L’aver operato in controcanto rispetto ai formalismi imperanti è una scelta valutata quindi, perché più consona ad esprimere il proprio sentire.
Francesca Devoto - Museo MAN
Frequenta con assiduità, sin dagli anni ’30, la località marina di Golfo Aranci che diviene uno fra i suoi soggetti ricorrenti, affrontato ripetutamente anche nella maturità.
Durante la sua carriera, infatti, la Devoto ritorna con perseveranza sugli stessi temi, fino a realizzare un vero e proprio repertorio di luoghi che si qualificano come tappe fondamentali del suo percorso umano e artistico.
Nel 1945 partecipa con 7 lavori a olio alla “Prima libera esposizione regionale d’arte” tenutasi a Cagliari presso la Galleria Comunale. E, con Carlo Contini, viene considerata l’autentica rivelazione dell’anno, premiata ex aequo con lo stesso Contini e Libero Meledina.
Nel 1948 presenta a Sassari 45 opere presso la Galleria L’acquario; è la sua seconda e ultima personale.
Negli anni successivi parteciperà ad alcune importanti collettive tra cui la “VI Quadriennale nazionale d’Arte” a Roma nel 1951 e, a Nuoro, le Biennali nazionali di pittura “Premio Sardegna” del 1957 e del 1959, fino alla decisione di non esporre più al pubblico ma di continuare a dipingere in solitudine.
In tutti i lavori della Devoto, dalle prime prove a quelle più mature, si ritrovano i caratteri peculiari della sua pittura:
la dimensione intimista congeniale alla sua indole riservata, il delicato tonalismo cromatico, l'atmosfera sospesa ma, al tempo stesso, robustezza e sicuro equilibrio compositivo. Una pittura quieta ma viva e reale.
Emanuela Manca, Luigi Fassi
03/06/2019
FRANCESCA DEVOTO - MUSEO MAN
Da sabato 1 a domenica 9 giugno 2019, la direzione del MAN comunica che l'ingresso al museo è gratuito per tutti.
Info: www.museoman.it