ALLA CORTE DEI FOLLI
STREET ART
L’equilibrio è una necessità della mente razionale. C’è chi raddrizza quadri storti, chi conta le strisce pedonali e le mattonelle di casa, chi mette le camicie tutte nello stesso ordine e colore. Persone che non si arrendono alla normale evidenza che la condizione umana è governata da una sola legge di natura: quella del caos.
“Il caos spesso genera la vita, laddove l'ordine spesso genera l'abitudine” scriveva Henry Adams.
Claudio Montuori si è fatto in tre. BUZ, l’uccello buzzicone, ha chiamato a San Sperate il suo fidato compagno di avventure Mauro Vizioli, la giovane Bijoux e due scapigliati musici:
Christian Muela e Ivan Macera. E poi c’è Arianna Ferrazin che conosce l’arte del mescolare i colori e le emozioni.
Nel Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola, tre sono state le fasi di uno spettacolo che ha intrecciato musica e teatro, fiaba e incanto.
Buz paralizza tutti con il primo attacco di fisarmonica. A fargli da contraltare sonoro, volatili cinguettanti e porcellini grugnanti.
Dietro di lui una figura arcaica, primitiva, e un corpo dai colori della terracotta.
Si muove con l’incedere precario di un animale guardingo e impaurito.
Ma sono i bambini davanti a lui a cacciare fuori espressioni di incertezza e stupore. Molti di loro hanno il volto dipinto di una mescola di colori.
Non importa se è uno “Spirito buono”, l’apparenza inganna. Lo fa sempre. Ma questa volta basta poco per farla crollare:
i piccoli vanno incontro all’Uomo Uccello, lo fanno in segno di aiuto e di affetto. Lui, l’abile menestrello, sa dove li vuole portare.
Ecco che compare un gigante sui trampoli. Si muove lentamente e intreccia la sua testa e le sue mani in mezzo ai rami del grande albero sopra di lui.
Ha un grosso tamburo! Il Gigante Buono e l’Uomo Uccello invitano i bambini a seguirli attraverso le opere di Sciola.
L’anaconda umana si ferma all’improvviso. C’è una cassaforte chiusa e qualcosa o qualcuno che si muove dietro le pietre sonore.
Bijoux è una donna catapultata dal passato. Ha l’abilità di un prestigiatore e uno sguardo ingenuamente chiaro:
sembra uscita da un libro di Jules Verne. Dalle pieghe dei suoi abiti viene fuori di tutto, perfino una caffettiera. Si vezzeggia con un rossetto esplosivo, balla sopra la cassaforte e, colpo di fiamma ossidrica finale, il forziere si apre: Bijoux ci casca fragorosamente dentro.
Una pausa per un buffet intorno al lungo tavolo granitico realizzato da Pinuccio Sciola pochi mesi prima della sua morte.
Il sole è tramontato quando, dal centro del Giardino Sonoro, arrivano i primi suoni del Didgeridoo di Christian Muela, accompagnato dalla base ritmica sincopata e incalzante di
Ivan Macera: è il sabba! Una figura demoniaca e taurina cavalca brada tra gli sguardi inebetiti della gente. Le fiamme del braciere, cimatica o no, danzano al ritmo
delle percussioni risignificando ogni spazio, amplificando il senso di smarrimento.
La luna è molto alta nel Giardino Sonoro, nessuno vuole andare più via. Pinuccio è ancora tra noi.
“LaSCIOLAscia di Sant’Arte” - Il pensiero degli artisti
CLAUDIO MONTUORI
Sono molto contento di aver portato avanti una mia scultura. Ho lasciato che lo scalpello camminasse da solo su quel legno.
Le energie di questa terra hanno mosso la mia mano e io mi sono lasciato guidare. Alla fine è venuto fuori il volto di un Mamuthone. Quando ritornerò per Sant'Arte la completerò.
CHRISTIAN MUELA
La cosa che abbiamo potuto sperimentare, e in qualche modo recuperare, in questo posto è stato riavvicinarci a certe energie lasciate al confine.
Il Giardino Sonoro ci ha portato a rimetterci in discussione. In questi giorni ci svegliavamo tutte le mattine e ci facevamo tutti la stessa domanda: “Siamo pronti per tutto questo?”
IVAN MACERA
La prima volta che sono arrivato qui l’incontro con Pinuccio è stato folgorante. Ciò che chiami Maestro in realtà riesci a riconoscerlo in un tempo brevissimo, è bastato uno sguardo. Quando ti allontani da questo luogo molto, molto potente, ti rendi conto che questa cosa lentamente scema, per poi farsi di nuovo forte dentro di te quando ritorni. È come una forma di memoria fisica, corporea, emotiva che riaccende tutte le sensazioni.
CHERYL ELISA VIZIOLI
Io non sono molto brava con le parole. Forse per esprimere meglio le mie emozioni dovrei ballare.
Posso solo dire che è stato un onore, non solo essere qui fisicamente, ma soprattutto essere qui con la mia arte:
in questa casa, in questo giardino, in questo paese, in questa terra, in mezzo a questa gente straordinaria.
MAURO VIZIOLI
Questo nuovo viaggio ha portato nuovi semi e, questi semi, sembrano pronti a germogliare. Lo credo fermamente.
Non ci sono parole per descrivere il calore e l’accoglienza che ci sono stati riservati. È bello ritrovare delle persone e delle figure, anche nuove.
Noi artisti abbiamo il dovere di restituire - con la nostra arte e la nostra esperienza - qualcosa a questo luogo così forte e magico, così carico di energie.
Credo che tutto questo potrà rivivere tra un mese con il sogno di Pinuccio: Sant’Arte. Non vediamo l’ora che tutto questo possa riaccadere.
Sardinia Fashion
11/09/2017