OLOÈ
IL PONTE DIMENTICATO
LETTERE
Sono passate due settimane da quel 10 ottobre 2018 in cui la SS 195, la strada che collega Cagliari a Capoterra, veniva spezzata in due dall'alluvione con il crollo del ponte sul rio Santa Lucia. I lavori di messa in sicurezza e di ripristino partono subito. Nel giro di alcuni giorni la strada viene riaperta al traffico.
Da un'altra parte dell'isola, nel comune di Oliena, un'altra strada, un altro ponte, da anni attendono di essere riaperti. Ecco le riflessioni di una nostra lettrice.
E quindi hanno ripristinato subito il ponte di Oloé?
Ah no, quello no. Quello aspetta ancora. Perché esistono le zone di serie B, i cittadini di serie B. Quelli che aspettano pochi giorni e quelli che aspettano anni.
O forse ci sono colossi e imprese che hanno priorità in Sardegna (che so, la Saras, per dirne una).
Mica quei quattro pastori, impiegati, insegnanti, studenti che abitano in silenzio i Comuni della Barbagia.
La Barbagia? La Barbagia, sì, nel centro dell'Isola. Tra le montagne. Avete presente?
Quella per cui la manutenzione di una galleria su una strada che collega Ogliastra e Nuorese (fondamentale, mica niente) rimane chiusa per un mese creando ancora più isolamento in un luogo che definire abbandonato è decisamente una scelta gentile e diplomatica.
Quella zona dove la messa in sicurezza delle strade è oggetto di appelli a vuoto di tanti sindaci dei nostri paesi. Io sono davvero felice che un ponte sia stato ricostruito in così poco tempo.
Perché dopo il disastro, lo sconforto ed il dolore la ricostruzione è una bella vittoria.
Ma mi amareggia nuovamente constatare che io vivo fra i cittadini di serie B. Che le parole isolamento, abbandono, incuria, mancanza di fondi, piano di rinascita, e simili, debbano sempre rieccheggiare alle nostre orecchie quasi rassegnate. Nella gioia di una rinascita resta il sapore amaro delle disparità. E non dovremmo mai abituarci.
In copertina l'antico ponte di Badu'e Chercu tra Nuoro e Oliena subito dopo l'alluvione del 2013
Francesca Biccone
23/10/2018